AMERICANI
SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI
truppe statunitensi stanno occupando IL PAESE
CON LA SCUSA DELL'ORDINE PUBBLICO, ma una
sensazione di insicurezza attanaglia
sempre di più il paese E LA GENTE SI
ARMA come mai era successo...
(a cura di Claudo Prandini)
Come abbiamo riportato lo scorso anno, truppe statunitensi che ritornano dall'Iraq stanno adesso occupando l'America, organizzando posti di blocco ed addestrandosi ad effettuare “arresti di persone civili e controllo delle folle” sotto gli auspici di un programma Northcom il quale prevede che entro il 2011 ci saranno non meno di 20.000 militari in servizio all'interno della federazione per “aiutare” gli agenti statali e locali in caso di emergenza. Nel corso degli ultimi due anni abbiamo riportato diversi casi di utilizzo dei militari come agenti di polizia locale in violazione del Posse Comitatus Act [legge federale che impedisce tale utilizzo dei militari se non in circostanze eccezionali su incarico del governo federale - N.d.T.]. La crisi economica che sta gettando milioni di americani sul lastrico costringendoli ad abitare in vere e proprie tendopoli, come mostra il video qui sotto, sta creando i presupposti di vere e proprie sommosse popolari. L'esercito americano si sta così preparando cercando per il momento di tenere un basso profilo, ma si sta posizionando nel paese in vista del peggio. |
La crisi economica sta colpendo in modo pesante tutto il mondo. Ma è negli Stati Uniti d’America, dove è nata, che sta avendo gli effetti più devastanti e maggiormente visibili. Pensate che i disoccupati sono davvero molti e non hanno più niente. Tanto da dover vivere in immense tendopoli. Proprio come accadeva nella Grande Depressione degli Anni 30.
Verso il Grande Armageddon?
Fonte web - di Massimo Marzucco
Da un pò di tempo sembra di percepire
segnali che puntano tutti nella stessa direzione: una esasperazione della
polarizzazione ideologica, moltiplicata all’infinito dall’incognita della crisi
economica, su cui aleggia l’oscuro fantasma di una pandemia di dimensioni
catastrofiche.
Dal punto di vista politico, la destra evangelica del Bible Belt non è riuscita
a digerire l’elezione di un nero alla Casa Bianca, e sta lasciando emergere il
suo odio mascherandolo da protesta per la politica “socialisteggiante” di Obama.
Ma i toni estremi dei contestatori, che spesso si ritrovano a ritrarre il
Presidente come una scimmia o come un cannibale con l’osso nel naso, tradiscono
chiaramente la natura razzista del loro malcontento.
Nel Sud si sente parlare sempre più seriamente di secessione, mentre Sarah Palin
ha lanciato l’idea di un partito a sè, che unisca tutti gli evangelici e li
separi definitivamente dai “normali” repubblicani senzadio.
Paradossalmente, però, questo malcontento viene alimentato dall’intero partito
repubblicano, ...
... che cerca compatto di bloccare la riforma sanitaria di Obama. I miliardi
delle case farmaceutiche e delle compagnie di assicurazione piovono copiosi su
chiunque si mostri disposto a combattere la riforma, oppure a combattere il
presidente che vuole realizzarla.
La cosa curiosa è che Obama non sta affatto tentando di “socializzare” il
sistema, ma ha sfidato l’industria sullo stesso terreno del capitalismo,
proponendo un servizio di copertura sanitaria statale che competa a pari
condizioni con le assicurazioni private. Ma è proprio la competizione che i
repubblicani non vogliono, ben sapendo che le assicurazioni private oggi non
competono affatto fra loro: fingono solo di farlo, mentre in realtà formano un
cartello compatto che tiene in pugno tutta la nazione.
Il profitto medio annuale di una compagnia di assicurazione sanitaria, in
America, è di circa trecento milioni di dollari. E nella media sono comprese
anche tutte le società che falliscono.
In tutto questo, aleggia sulla nazione lo spettro di una pandemia – naturale o
indotta che sia - da virus H1N1. Molti ospedali hanno già reso obbligatoria la
vaccinazione per tutto il personale sanitario, mentre diversi “whistleblowers”
hanno denunciato che da tempo militari e poliziotti vengono addestrati a
preparare posti di blocco, dove il cittadino verrà posto di fronte alla seguente
alternativa: o ti fai vaccinare, o finisci in un campo di concentramento.
Ma anche chi pensasse di restarsene chiuso in casa non dorme sonni tranquilli:
il senato del Massachussets ha appena approvato una legge che permetta alla
polizia di entrare in casa dei cittadini anche senza il mandato del giudice, per
vaccinare di forza i bambini i cui genitori si fossero rifiutati di farlo
spontaneamente.
Per distinguere i vaccinati dai non-vaccinati sarebbe stato approntato – secondo
una soldatessa “whistleblower” - una specie di braccialetto permanente,
impossibile da rimuovere, che riporti chiaramente data e luogo della
vaccinazione. Cos’altro cercheranno di metterci, in quel braccialetto, Dio solo
lo sa.
Fortunatamente, gli americani si stanno rivelando tutt’altro che disposti a
farsi prendere in giro per l’ennesima volta dai loro governanti: molte madri
stanno formando associazioni per impedire che i figli vengano vaccinati, un
gruppo di infermiere dello stato di New York ha preferito licenziarsi
dall’ospedale in cui lavorava piuttosto che farsi vaccinare (chissà perchè?),
mentre la legge del Massachussets è stata accolta nel resto del paese con una
rumorosa alzata di scudi: l’americano medio ritiene semplicemente inaccettabile
la violazione del domicilio privato, la cui immunità è garantita dalla
Costituzione.
C’è quindi una doppia polarizzazione in corso negli Stati Uniti: quella
destra-sinistra, fra progressisti e conservatori, esasperata dall’elezione di un
nero alla Casa Bianca, e quella alto-basso, con il potere, arroccato dietro alla
lobby farmaceutica, che tenta di imporre alla popolazione un ultimo salasso
economico, nella forma di vaccino anti-influenza, che riservi naturalmente la
sorpresa finale di aver ammalato milioni e milioni di cittadini perfettamente
sani.
Sembra quasi che si vada incontro ad una battaglia a tutto campo, dove i pochi
cercheranno come al solito di schiacciare i molti, a meno che i molti trovino
finalmente la forza di liberarsi per sempre dei pochi.
Forse davvero il Grande Armageddon sta per iniziare.
Americani: pronti alla rivolta armata?
Come reagiscono gli americani alla crisi
economica, alla disoccupazione galoppante verso il 16%, ai pignoramenti di case
in aumento? Comprando armi. Vanno a ruba pistole automatiche, revolver calibro
38 e 45, l’arma lunga tipica dell’esercito (Black Rifle), grossi fucili calibro
0.50.
Secondo i dati dell’FBI, solo ad agosto 2009, gli americani si sono dotati di
oltre un milione di nuove armi (per l’esattezza 1.074.757), con un aumento del
12% rispetto all’agosto 2008 (quando ne avevano comprate 956.872). Nel corso
dell’ultimo anno, gli americani hanno acquistato oltre 9 milioni di armi da
fuoco. Che, aggiunte a quelle che già avevano, legalmente detenute in casa, in
auto o in tasca, portano la dotazione in mano ai privati a 355 milioni 29 mila
armi corte e lunghe: 1,7 pistole, fucili a pompa o mitraglatori d’assalto per
ogni abitante degli Stati Uniti, lattanti, neo-buddhisti e suore di clausura (se
ne esistono ancora) compresi (1).
Una corsa frenetica all’armamento privato, che regala una pioggia d’oro alle
industrie del settore (niente recessione per Smith & Wesson), e ragguardevoli
introiti fiscali federali: i fabbricanti pagano un’accisa del 10% su ogni pezzo,
che ha reso allo Stato nel primo trimestre 109,8 milioni di dollari, un aumento
del 43% rispetto allo stesso periodo del 2008.
Fino a ieri si pensava che la corsa agli armamenti fosse una fiammata una
tantum, innescata dal timore che il presidente Obama imponesse limitazioni più
severe al possesso di armi. Dieci mesi dopo e senza nessuna legge in vista, la
spiegazione non può essere che una: quanto più si sentono insicuri del futuro,
quanto più gli americani hanno paura (e vivono di paura), tanto più gli
americani reagiscono ciecamente armandosi.
C’è in questo riflesso il parossismo dell’individualismo americano, sulla cui
natura bisogna intendersi: la convinzione che, nei casi estremi, nessun aiuto ti
viene dalla società, e sei ridotto ai tuoi mezzi individuali; in mancanza di
solidarietà sociale in una societò etnicamente divisa, quel che conta è la tua
personale forza, dei tuoi, della tua famiglia mono-nucleare. Ed oggi, «gli
americani sentono che questo è l’uragano Katrina delle recessioni; la gente è
salita sui tetti, senza una barca in vista; l’acqua sale, e i più non vedono via
di scampo», ha detto Carl van Horn, direttore del «John Heldrich Center for
Workforce Development» alla Rutgers University
(2).
La metafora è ben trovata: nell’uragano Katrina, la popolazione di New Orleans
restò sui tetti per giorni, l’amministrazione Bush non organizzò alcun soccorso
adeguato alla tragedia, ma in compenso mandò la Guardia Nazionale armata di
tutto punto, contro eventuali saccheggi di sciacalli.
Il centro di ricerche sul lavoro diretto da van Horn ha condotto un sondaggio,
da cui risulta che il 60% dei nuovi disoccupati hanno perso il lavoro in modo
improvviso e senza segnali premonitori: otto su dieci hanno avuto un preavviso
di meno di due settimane. Tre su quattro dichiarano che la situazione economica
ha avuto «effetti gravi» su loro e sulle loro famiglie. Solo il 40% di loro sta
ricevendo un qualche sussidio di disoccupazione e l’83% di quelli che lo
ricevono sono sicuri che esso spirerà prima che abbiano trovato un’altra
occupazione. Solo metà dei disoccupati, inoltre, ha una forma di assistenza
sanitaria.
Un sondaggio Rasmussen ha posto un notevole campione davanti alla frase «Gli
Stati Uniti sono la terra della libertà e della giustizia» - un luogo comune del
mitico patriottismo americano - e, per la prima volta, si sono dichiarati
d’accordo con questa frase meno della metà: il 46%. I più fiduciosi nel mito
sono i maschi bianchi (il 49%, e il 60% di quelli che votano repubblicano), ma
solo il 45% delle donne, e solo il 20% dei neri. Un altro sondaggio (Harris) ha
scoperto che oggi solo il 16% degli americani adulti si fida che il sistema
legale e giudiziario li sappia difendere contro le ingiustizie, e il 50%
dichiarano la loro sfiducia nella magistratura. Un altro sondaggio Harris ha
appurato che ormai il 67% degli americani (due su tre) ritengono che il
giornalismo tradizionale (stampa e TG) «ha perso il contatto» con le esigenze
della popolazione. Time Magazine, parlando del fenomeno dell’aumentata richiesta
di oro, ha commentato: «Tradizionalmente, questo avviene quando i cittadini non
si fidano dello Stato, politicamente o economicamente».
E allora? Si comprano armi. E si fa incetta di munizioni, al punto che i
giornali parlano di un problema di penuria di questo genere di merce. Gli
scaffali di Wal-Mart dedicati ai proiettili sono vuoti; ogni nuovo rifornimento
dei fabbricanti sparisce subito, perchè chi può spende i suoi ultimi dollari per
accaparrarsi più scatole che può, specie dei calibri da 380 in su. Davanti alle
armerie del Nevada, dice un giornale di Las Vegas, si formano file di 20-30
compratori in attesa dell’arrivo di munizioni
(3).
Fatto significativo, l’aumentato acquisto di armi non corrisponde ad un aumento
dei delitti di sangue: significa che si sono dotati di pistola o fucile
d’assalto milioni di americani «tranquilli», ligi alla legalità, che non
penserebbero mai di usare il revolver per regolare i loro conti.
E’ il segno premonitore di una rivoluzione che cova nel popolo americano? Di una
grande rivolta che può scoppiare contro i grandi profittatori, le banche, i
poteri forti, un governo servile alle lobby note e meno note?
Sembra crederci Gerald Celente, direttore di Trend Research Institute,
rispettato analista e pittore di scenari, noto per parecchie previsioni
centrate:
«Entro il 2012 l’America diverrà una nazione sottosviluppata, e ci sarà una
rivoluzione segnata da tumulti per il pane, rivolte di occupanti abusivi di case
(squatters), marce per il lavoro e ribellioni fiscali... il catalizzatore sarà
la presa del potere a Washington da parte di Wall Street, in una specie di golpe
senza sangue, in pieno giorno... La prima cosa sarà l’organizzazione di rivolte
fiscali. Saranno grosse perchè la gente non si può permettere di pagare pià
tasse scolastiche, più tasse sulla proprietà, ogni genere di tasse rincarate».
E due giorni fa, è avvenuta a Washington una manifestazione inaudita contro le
politiche di Obama, con due milioni di partecipanti.
Ma se coltiviamo questa speranza,
dobbiamo ricordare di nuovo il particolare «individualismo» americano: quello
delle «gated communities», dei quartieri di lusso murati che sorgono dovunque, e
dei senzatetto di nuovo conio che vengono picchiati dalla «gente» o sbattuti via
dalle autorità dalle strade dello shoppingp perchè disturbano e sporcano. Quello
di una società profondamente divisa dall’iniquità economica, dalla molteplicità
razziale che crea estraneità e diffidenza, ed oggi, dopo il decennio Bush, anche
da una profonda frattura ideologica: i repubblicani inveleniti che gridano ad
Obama «ladro», «mentitore» e «socialista», le famiglie «di destra» che non
vogliono che vada a parlare ai loro figli nelle scuole, i telepredicatori che
dichiarano di pregare per la sua morte, sono un indice di una polarizzazione mai
vista prima.
Il vero motivo per cui una maggioranza di bianchi, e non solo benestanti, si
oppone ferocemente alla creazione di un sistema sanitario pubblico, è che questi
non vogliono che Obama «spenda le mie tasse per curare i negri e i messicani»,
che sono sentiti come profondamente estranei, nemici, meritevoli della loro
sfortuna.
Una società simile, per di più senza sindacati nè altre forme di aggregazione di
classe, con partiti che interpretano i voleri di lobby e non della comunità, non
può manifestare solidarietà sociale, nè accordarsi su un comune obbiettivo, nè
su un comune avversario sociale. Una «società» del genere è piuttosto
«dissociazione», pullulare di gruppi minimi reciprocamente ostili; probabilmente
incapace di unificarsi per un progetto qualunque, men che meno rivoluzionario.
L’esito del sistema al collasso può essere quello temuto da Pat Buchanan
(4) in un suo recentissimo commento:
«America is coming apart», l’America che si sfascia, in una guerra di tutti
contro tutti, con 355 milioni di armi in mano a 260 milioni di individui
spaventati e che, consci del collasso del «sogno americano», non vedono una via
d’uscita, nè sanno concepire un’alternativa, perchè fino a ieri vivevano «nel
sistema migliore del mondo».
In ogni caso, se verrà una rivolta, i poteri pubblici sono preparati. Già Bush,
come sappiamo, ha aperto miriadi di campi di raccolta o di concentramento per
ribelli prossimi venturi. La contea di San Diego (California) ha appena
installato in alcuni luoghi pubblici, dove possono avvenire manifestazioni, dei
nuovi altoparlanti: sono i «Long Range Acoustic Devices» (LRAD), che possono
effettivamente essere usati come altoparlanti, ma che possono emettere un suono
assordante e invalidante. Sono in realtà «armi non letali» concepiti per
disperdere le folle, ed effettivamente usati a questo scopo in Iraq e contro i
pirati somali. Sono chiamati anche cannoni acustici perchè possono sparare in
modo direzionale un suono oltre i 150 decibel (cinquanta volte più alto della
«soglia del dolore») e causano disorientamento, nausea, dolore e danni
permanenti ai timpani.
«Una precauzione in caso di bisogno», ha spiegato lo sceriffo Bill Gore
(5).
Ma forse non ce ne sarà nemmeno bisogno. In una società simile, i poteri
americani sanno che solo una cosa può unificarla, la paura; e sanno come
strumentalizzarla a loro vantaggio.
«La gente che è dietro gli attentati dell’11 settembre sta pianificando nuovi
attentati», ha assicurato l’ammiraglio Michael Mullen durante la commemorazione
del 9/11 al Pentagono. Essendo l’ammiraglio il capo degli Stati Maggiori
riuniti, che sa benissimo chi è «dietro» gli attentati, qualcuno ha pensato per
un attimo ad una denuncia (o ad una auto-confessione). No, naturalmente. «Al
Qaeda e i suoi alleati estremisti non vogliono altro che colpirci di nuovo» ha
spiegato Mullen.
Insomma, ha agitato ancora una volta lo spettro dell’introvabile Bin Laden,
quello che ha unito gli americani dietro il potere e le sue guerre già decise
nel 2001. Abbiate paura, molta paura. E magari davvero si farà un attentato, «in
caso di bisogno», per rinfrescare la paura e l’odio di otto anni fa, solo
sentimento unificante (6).
Del resto, già nell’ottobre 2008 la RAND Corporation, il think tank espressione
del complesso militare-industriale (e con legami ovvii con il Bilderberg e il
Council on Foreign Relations) aveva proposto al Pentagono la sua soluzione per
la corrente crisi economica: cominciare una guerra con «una importante potenza
estera» per stimolare l’economia americana e risalire dalla recessione. I 700
miliardi impegnati per i salvataggi di Wall Street e delle banche d’affari si
sarebbero più utilmente potuti usare per finanziare la guerrra stimolatrice.
Il rapporto RAND, taciuto dai nostri media, fu rivelato da quelli francesi e
ripreso con allarme dai principali media cinesi, soprattutto per quell’accenno
che il bersaglio della nuova guerra doveva essere «una importante potenza». Non
dunque uno staterello ma, specularono i cinesi, o la Cina, o la Russia. O in
seconda istanza, l’Iran o persino il Giappone, grande detentore del debito
americano.
La proposta non è stata accettata, ma il fatto che possa essere stata formulata,
dice il cinismo che abita i poteri pubblici, e i poteri forti in USA. E resta di
riserva. In caso di necessità, basterà un nuovo mega-attentato per unificare il
Paese, ciecamente, dietro ai suoi padroni, alla caccia del fantomatico nemico.
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1) «Another 1,000,000 Guns Added to American Homes in August»,
Ammoland.com, 4 settembre 2009.
72) «The Anguish of Unemployment -
Nationwide Work Trends Survey of 1,200 Unemployed U.S. Workers Reveals the
Economic and Personal Costs of Prolonged Joblessness», John J. Heldrich Center
for Workforce Development, 3 settembre 2009.
3) Mike Blasky, «The hunt is on for
more ammunition in Nevada, U.S.», Las Vegas Review-Journal, 6 settembre 2009.
4) Patrick Buchanan, «Is America
coming apart?», WorldNetDaily, 11 settembre 2009.
5) Miriam Raftery, «Sonic Weapons
Used in Iraq Positioned at Congressional Townhall Meetings in San Diego County»,
East County Magazine, 11 settembre 2009.
6) Elisabeth Woodworth, «Dead or
Alive? Osama bin Laden: A Marketing Tool for US-NATO Military Operations».
GlobalResearch, 11 settembre 2009.
in questo momento truppe statunitensi
stanno occupando l'America
Col pretesto di “aiutare” le comunità locali che si trovino a corto di agenti di polizia in questo periodo di crisi economica, e come preparazione al medesimo tempo per una potenziale pandemia di influenza suina, truppe U.S.A. stanno occupando l'Amercia in questo momento mentre la nazione sprofonda di fatto in uno stato di legge marziale de facto.
Nelle ultime settimane siamo stati inondati di segnalazioni di militari e uomini della Guardia nazionale vestiti in uniforme che organizzano posti di controllo in tutta la nazione (...).
I militari vengono adesso chiamati a svolgere incarichi normalmente svolti dalla polizia mentre gli Americani vegono graduatamente abitutuati ad accettare la presenza di truppe sulle strade come un fatto ordinario.
L'ultimo caso é capitato a Kingman, in Arizona, dove uomini della Guardia Nazionale sono stati filmati mentre “si adoperavano per la sicurezza” dirigendo il traffico.
L'esercito e la Guardia Nazionale si stanno
posizionando in varie parti del paese
Un caso esempio simile é capitato a Newport, nel Kentucky, quando un posto di blocco militare é apparso all'improvviso nel centro della città il 6 Settembre. A quantopare Polizia militare dell'Esercito Federale insieme a membri dei Marine stavano “dirigendo il traffico” perché il comune era a corto di fondi e non aveva abbastanza agenti di polizia locale per fare quel lavoro.
La scusa delle truppe che vengono utilizzate per dare una mano a causa della carenza di polizia locale é assurda. I crimini sono diminuiti negli ultimi 20 anni, ci sono circa il triplo dei poliziotti che c'erano prima e loa nazione non sta richiamando la Guardia Nazionale, i militari vengono utilizzati sulle strade come un risultato dell'armonizzazione della polizia e dell'esercito, un processo che sta andando avanti da decenni, da molto tempo prima che venissimo colpiti dalla recessione economica. I soldati hanno anche le armi e la loro funzione principale è quella di cercare persone e veicoli, non di dirigere il traffico.
Membri del gruppo WeAreChange (Siamo Noi il Cambiamento) dell'Ohio hanno intervistato alcuni militari, i quali alla domanda se erano stati preparati per “confiscare armi, sparare in testa a chi si oppone, o gettare cadaveri nei forni per crematori” hanno rifiutato di negare categoricamente che avrebbero seguito tali ordini.
Tuttavia, questa non é stata assolutamente la prima volta che dei militari sono stati utilizzati per ricoprire ruoli normalmente svolti dalla polizia nel Kentucky.
Durante il Derby del Kentucky, il 2 maggio di quest'anno, la Polizia Militare ha svolto servizio di pattugliamento per sorvegliare la folla. Una fotografia dell'Associated Press mostra un membro della Polizia Militare che ferma un uomo che era corso in pista mentre seguiva il135esimo Derby del Kentucky (una corsa di cavalli) a Churchill Downs.
“I militari NON HANNO COMPITI di ordine pubblico eccetto che nel caso di situazioni straordinariamente eccezionali di emergenza nazionale e su incarico dell'esecutivo. Ciò é davvero inquietante ed assolutamente non Americano. Forse ancora più inquietante é il fatto che nessuno sembra si preoccupi di come abbiamo accettato così facilmente e tranquillamente la progressiva realizzazione di questo stato di polizia,” ha affermato una persona cui era stata chiesta un'opinione su quella foto.
Come abbiamo riportato lo scorso anno, truppe statunitensi che ritornano dall'Iraq stanno adesso occupando l'America, organizzando posti di blocco ed addestrandosi ad effettuare “arresti di persone civili e controllo delle folle” sotto gli auspici di un programma Northcom il quale prevede che entro il 2011 ci saranno non meno di 20.000 militari in servizio all'interno della federazione per “aiutare” gli agenti statali e locali in caso di emergenza.
Nel coso degli ultimi due anni abbiamo riportato diversi casi di utilizzo dei militari come agenti di polizia locale in violazione del Posse Comitatus Act [legge federale che impedisce tale utilizzo dei militari se non in circostanze eccezionali su incarico del governo federale - N.d.T.].
A gennaio è stata la volta dei soldati della guardia nazionale della Virginia. Soldati del primo battaglione di stanza a Lynchburg, Squadra di Combattimento dell'undicesima brigata, sono stati utilizzati per condurre ricerche sulle persone a dei posti di blocco a Washington DC perl'inaugurazione di of Barack Obama.
A marzo abbiamo segnalato truppe dell'esercito U.S.A. dispiegate per controllare le strade della città di Samson, Alabama, dopo un omicidio.
La manifestazione nella piazza di Lipsia nel 1989 che
precedette di poco la caduta del muro di Berlino
Gli
americani nel 2009
come i tedeschi a Lipsia nel 1989
15 ottobre 2009 (MoviSol) - La scorsa settimana la Germania e il mondo hanno festeggiato il 20esimo anniversario dalla famosa manifestazione del 9 ottobre a Lipsia, in Germania, in cui il popolo si ribellò ad una tirannia ed un sistema fallito. La dinamica che ne scaturì fece cadere il muro di Berlino e mise fine ad un intero sistema. Oggi c'è una situazione simile negli Stati Uniti, dove la popolazione vede svanire tutte le proprie speranze man mano che viene rifinanziata Wall Street, ed il governo è nel panico e non ha idea di cosa fare, mentre il sistema sta per crollare da un giorno all'altro.
Negli ultimi mesi c'è stata una serie di proteste senza precedenti – non da parte dei radicali di destra, come affermano i media europei, ma "del popolo". Un numero crescente di americani, per la prima volta nella loro vita, è in rivolta contro il governo e torna ai principii della Costituzione degli Stati Uniti chiedendosi "in che direzione stiamo andando?"
Da quando Obama è diventato presidente, 5 milioni di americani hanno perso il posto di lavoro, come ha ammesso il Bureau of Labor Statistics (l'Ufficio di Statistiche del Lavoro) il 1 ottobre. La disoccupazione ha gettato nella povertà milioni di americani, che hanno perso anche la propria assicurazione medica e la casa. Un'indicazione di che cosa si prospetta è quanto è accaduto a Detroit, quando il Comune ha annunciato che avrebbe distribuito dei moduli per chiedere assistenza finanziaria per pagare l'affitto, le bollette della spesa ecc., e si sono presentate 60.000 persone creando il putiferio, al punto che è dovuta intervenire la polizia per impedire rivolte e sono state chiamate le ambulanze per curare i feriti!
Nel frattempo gli economisti comportamentali alla Casa Bianca continuano a voler imporre la loro riforma sanitaria, che prevede razionamenti nelle cure e giganteschi profitti per le compagnie private di assicurazione, molte delle quali sono di proprietà di banche o hedge funds. Tutto sta ad indicare che la Commissione Finanze al Senato USA voterà il ddl Obama/Baucus il 13 ottobre, e che poi verrà "unificato", a porte chiuse, col ddl approvato dalla Commissione Sanità e Lavoro al Senato. Come ha dichiarato il capogruppo della minoranza repubblicana, John Boehner, "ci hanno messo settimane a discutere il disegno di legge in commissione e poi lo danno allo staff, non lo vediamo per due mesi e apportano 75 cambiamenti al testo che era stato votato dai senatori". È stato riferito anche che i fautori del ddl di Obama al Senato stanno minacciando di privare della presidenza di alcune commissioni i senatori che insistono che la legge passi solo con 60 voti, invece della maggioranza semplice di 51 voti.
A quanto si dice a Washington, inoltre, il premio Nobel assegnato a Obama non ha affatto aumentato la credibilità del Presidente. La gente sa che non lo merita, nonostante i suoi bei discorsi, e che l'ha ricevuto solo per motivi di immagine e non per cose fatte. Inoltre Obama sta considerando di mandare altri soldati americani a morire in una guerra in Afghanistan che non può essere vinta.
In una discussione con un gruppo di giovani il 3 ottobre, LaRouche è stato interpellato su come si possa dare al meglio alla popolazione un senso di missione, della battaglia per il futuro, presentando ad esempio grandi progetti infrastrutturali.
La cosa migliore che abbiamo, ha risposto LaRouche, il vero volano per il futuro è il programma per l'esplorazione e la colonizzazione di Marte. "Dobbiamo creare, dagli strati più demoralizzati ma più importanti della popolazione, una forza capace di lottare". Si tratta dei lavoratori industriali specializzati, gli agricoltori, tutti coloro che sono impegnati nelle tecnologie delle infrastrutture e nella ricerca scientifica, e la professione medica.
Bisogna motivare queste persone, ispirarle, e "far sì che comincino a pensare nei termini di quello in cui si sentono più sicure, invece di demoralizzarsi, come sta accadendo nelle condizioni attuali". Il programma per la conquista di Marte, introdotto dal movimento di LaRouche, è "l'elemento tematico che dovrà guidare il modo in cui pensiamo al mondo ed al sistema solare".
La mentalità del volano scientifico, ha aggiunto LaRouche, è parte integrante del sogno americano. "È la chiave per quello che facciamo. Significa fare quello che ancora non immaginiamo, fare l'impossibile, fare quello che sembra impossibile".
APPROFONDIMENTO
Qui di seguito una serie di articoli che fanno luce sulla strada imboccata dagli USA: il viale del tramonto.