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Maria Valtorta - 1943

 

NOTA IMPORTANTE

Dato che qualche sacerdote si è scandalizzato di vedere un link della Valtorta su un sito parrocchiale, vorremmo ricordare ciò che disse S. S. Papa Pio XII a chi gli chiedeva se tale opera poteva essere pubblicata e il Papa rispose:  "Pubblicate quest'opera così come sta; chi legge capirà". E aggiunse: "Si sente parlare di tante visioni e rivelazioni. Io non dico che tutte siano vere; ma qualcuna vera ci può essere". Padre Berti chiese al Papa se si dovessero togliere le diciture: "visione" e "dettato". Ed egli rispose di non togliere nulla.

Dalle semplici parole del Papa si possono ricavare alcune considerazioni:

  1. la grande apertura spirituale del Papa e la sua grande stima e fiducia nella maturità di giudizio del popolo di Dio ("chi legge capirà");

  2. la possibilità, ipotizzata dal Papa, che queste "visioni" e questi "dettati" siano veri ("ma qualcuna vera ci può essere").

Sarebbero sufficienti queste semplici considerazioni per far capire tutta la serietà dell'opera valtortiana (quando un Papa dà il permesso che un'opera venga pubblicata, anche se in modo ufficioso, nessuno poi dovrebbe far finta di niente o proibirne addirittura la lettura, sminuendo di fatto la figura e la maturità del laicato, così da lasciarlo in una perpetua incapacità d'intendere...!). Tuttavia vogliamo aggiungere che: a) la mistica è una grande ricchezza nella Chiesa, soprattutto in tempi di forte e grave miseria spirituale (anche all'interno stesso del popolo di Dio) come quelli attuali, ma è anche una scienza nel senso che si lascia osservare, gustare, giudicare e fare esperienza, poiché essa è l'esperienza reale e viva dell'Amore di Dio nell'uomo; b) nessuno ha mai potuto riscontrare errori dottrinali o di qualsiasi altro genere che, sempre nell'opera valtortiana, potesse far allontanare dalla fede della Chiesa, anzi l'aiuta e la sostiene; c) solo un razionalismo strisciante nella Chiesa, ivi compresi anche i luoghi di formazione del clero, può spiegare in parte questa sorta di ostilità preconcetta e senza alcuna ragione verso la Valtorta, come anche di ogni altra forma mistica che esca dall'ordinario naturale della materia; d) Dio è sempre libero di manifestarsi come e quando vuole poiché lui è il padrone della "vigna" e non i vignaioli! Un sempre risorgente pelagianesimo, che si fida più delle opere dell'uomo che delle opere della Grazia, non è mai una bella cosa per la Chiesa....

Per concludere riportiamo l'opinione di un teologo noto ai suoi tempi (mons. Maurizio Raffa) che in un suo libro del 1952 sulla Valtorta scrisse di aver trovato in essa “ricchezze incomparabili” e aggiunse: "Volendo esprimere un giudizio sul valore intrinseco ed estetico, osservo che, per scrivere uno solo fra i molti volumi componenti l’Opera, occorrerebbe un Autore (che oggi non esiste) che fosse insieme grande poeta, valente biblista, profondo teologo, esperto in archeologia e topografia, e conoscitore profondo della psicologia umana. Mi consta inoltre che la lettura del testo esercita particolare fascino e desta viva commozione non solo presso le persone dotte ma anche nelle anime semplici, che non conoscono la scienza ma posseggono la sapienza".
 

Dott. Claudio Prandini - Webmaster