BASI ALIENE SULLA LUNA?

ECCO LE PROVE CHE LA NASA NON

 AVREBBE MAI RESO PUBBLICHE

 

"Mentre camminavano conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco

si interposero fra loro due. Elia salì nel turbine verso il cielo" (2Re 2,11).

 

(a cura di Claudio Prandini)

 

 

 

CITTA' DEL VATICANO (13 maggio) - «È possibile credere in Dio e negli extraterrestri», «si può ammettere l'esistenza di altri mondi e altre vite, anche più evolute della nostra, senza per questo mettere in discussione la fede nella creazione, nell'incarnazione e nella redenzione». Parola di padre José Gabriel Funes, direttore della Specola vaticana, l'Osservatorio astronomico della Santa Sede, che in un'interivsta all'Osservatore Romano ha parlato anche della possibilità dell'esistenza di altre forme di vita nell'universo.

«Come esiste una molteplicità di creature sulla terra - ha affermato il gesuita - così potrebbero esserci altri esseri, anche intelligenti, creati da Dio. Questo non contrasta con la nostra fede, perché non possiamo porre limiti alla libertà creatrice di Dio. Per dirla con san Francesco - ha argomentato - se consideriamo le creature terrene come fratello e sorella, perché non potremmo parlare anche di un fratello extraterrestre? Farebbe parte comunque della creazione».

A proposito dei problemi che l'esistenza di altri mondi porrebbero al concetto di redenzione, l'astronomo vaticano ha osservato che «se anche esistessero altri esseri intelligenti, non è detto che essi debbano aver bisogno della redenzione. Potrebbero essere rimasti nell'amicizia piena con il loro Creatore». E se fossero peccatori, anche loro potrebbero contare nel perdono di Dio.

Padre Funes si è pronunciato anche su rapporto tra gli astronomi e la fede. Anche se «molti astronomi non perdono occasione per fare pubblica professione di ateismo» ha rimarcato «è un po' un mito ritenere che l'astronomia favorisca una visione atea del mondo. Mi sembra - ha aggiunto - che proprio chi lavora alla Specola offra la testimonianza migliore di come sia possibile credere in Dio e fare scienza in modo serio».

L'astronomo gesuita ha confermato che la nuova sede della Specola, nel monastero delle basiliane ad Albano, dovrebbe essere pronta fra circa un anno. Lì, al confine tra le Ville Pontificie e Albano, si trasferiranno gli studi, i laboratori e la biblioteca della Specola, dalla attuale sede storica nel Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. (Fonte web)

"Mentre passavano, Elia disse a Eliseo: «Domanda che cosa io debba fare per te prima che sia rapito lontano da te». Eliseo rispose: «Due terzi del tuo spirito diventino miei». Quegli soggiunse: «Sei stato esigente nel domandare. Tuttavia, se mi vedrai quando sarò rapito lontano da te, ciò ti sarà concesso; in caso contrario non ti sarà concesso». Mentre camminavano conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salì nel turbine verso il cielo" (2Re 2,9-11).

 

 

 

INTRODUZIONE

Fonte web

"Nei giorni 25 e 26 di Luglio 2009 ha avuto luogo in Spagna un evento che rappresenterà un importante precedente per il movimento esopolitico europeo.

Barcellona, infatti, è stata la sede di uno storico incontro tra i maggiori esponenti dell’esopolitica mondiale che si sono riuniti per fare il punto sullo stato del cover-up ancora oggi imposto da molti governi europei e da quello degli Stati Uniti in merito alla presenza extraterrestre.

Tutti i relatori che si sono alternati in questa storica conferenza sono noti ricercatori nel campo esopolitico modiale: Paola Harris (USA), Alfred Webre (Canada), Steven Bassett (USA), Steven Greer (USA), Frederik Uldall (Danimarca), Robert Fleischer (Germania), Klaus Dona (Austria), Michael Salla (Australia), Nick Pope (Gran Bretagna), Maurizio Baiata (Italia), Jean Charles Duboc (Francia), Pépon Jover (Spagna).

Pépon Jover, direttore di esopolitica Spagna ha così commentato questa importante iniziativa:

“Viviamo in un momento storico di profonda trasformazione della coscienza sociale, molti cambiamenti stanno già avvenendo e molti altri sono all’orizzonte. Tutte le trasformazioni implicano inevitabilmente delle crisi profonde e quella attuale sta minando le basi stesse della nostra civiltà. Eppure, proprio ora ci viene offerta una opportunità senza precedenti per avvicinarci ad un nuovo paradigma di sviluppo. La responsabilità di metterci in gioco per dare un nuovo corso alla storia finalmente riguarda noi e soltanto a noi, abitanti di questo pianeta. Il Paradigma dell’Esopolitica è il modello del Ventunesimo Secolo che stabilisce che la vita non è confinata alla nostra presenza nello spazio, come si è creduto finora, ma è presente ben oltre i limiti della nostra orbita.

Questa nuova consapevolezza modifica radicalmente tutte le nostre convinzioni sulla vita e trasforma le fondamenta della nostra civiltà. Come ha detto Alfred L. Webre “Può darsi che la realtà del nostro pianeta sia ben diversa, può darsi che noi, suoi abitanti, ci crediamo completamente isolati mentre intorno a noi fiorisce e si sviluppa in maniera altamente organizzata una super Società Interplanetaria, Intergalattica e multidimensionale.” Se questa ipotesi è fondata, e ormai disponiamo di prove sufficienti per affermarlo, le implicazioni per la nostra civiltà sulla Terra sono profonde e innumerevoli.
 
Già molti paesi come la Francia, l’Inghilterra, il Canada, l’Irlanda, la Danimarca, l’Ecuador, il Messico, il Brasile, il Cile e il Perù hanno aperto al pubblico e stanno aprendo i loro archivi un tempo segreti sugli Oggetti Volanti Non Identificati. Il portavoce del Governo Giapponese, Nobutaka Machimura, il 19/12/2007 ha detto senza mezzi termini di credere “definitivamente” all’esistenza degli UFO. Recentemente, (13/05/2008) il Vaticano ha dichiarato che la fede cristiana non è in conflitto con il credere agli extraterrestri. Molti astronauti hanno affermato di fronte alla stampa, come il Dott. Edgar Mitchell il 24/07/2008, che il contatto con gli extraterrestri è già avvenuto. Nick Pope, importante personalità che ha studiato gli UFO per conto del Governo Inglese, ha dichiarato il 26/01/2009 che dagli anni ‘80 il suo governo ha dato ordine ai propri piloti militari di abbattere gli UFO senza, peraltro, alcun risultato.
 
Potremmo continuare all’infinito con le citazioni di tali notizie internazionali, ormai appare chiaro che è in atto un fondamentale cambiamento nel modo in cui gli organi di stampa affrontano la questione della vita extraterrestre.

Siamo alla vigilia della scoperta che non siamo soli nell’Universo e che non lo siamo mai stati. Durante tale vigilia dobbiamo affrontare grandi sfide sociali e planetarie e il Paradigma Esopolitico può fornirci i mezzi giusti per affrontare i nuovi modelli di sviluppo necessari. Albert Einstein diceva “Non possiamo risolvere i problemi ragionando allo stesso modo di quando li abbiamo creati”. Per questo motivo il Paradigma dell’Esopolitica implica una evoluzione della Coscienza che ci offrirà le strategie e gli aiuti  necessari a risolvere i problemi con cui dovremo fronteggiarci.”
 
A conclusione del Summit, proprio per dare il segno di un impegno concreto a favore della cosiddetta “disclosure” sul fenomeno UFO, si è approvato un documento in cui si chiede al Parlamento Europeo di impegnarsi nella creazione di una Agenzia Europea per studio del fenomeno UFO e delle questioni Extraterrestri".

Ma a Barcellona si è parlato anche del nostro satellite naturale, la Luna. Non la Luna degli innamorati ma la Luna come probabile base di presenze aliene nascoste nella faccia nascosta del satellite. La Nasa e il governo americano sarebbero da anni a conoscenza di queste basi, ma il tutto sarebbe stato tenuto segreto all'opinione pubblica.

Guardate questo video....

 

 

Basi aliene sulla Luna...

 

 

Strutture artificiali sulla luna:

quello che la NASA ci nasconde

Fonte web

Costruzioni rinvenute sulla Luna che rappresentano probabili cunicoli di entrata per i mezzi volanti extraterrestri - Ingrandimento

Nel fare delle scoperte inoppugnabili che riguardano l’esistenza di una civiltà sul nostro satellite, ci si domanda se gli scienziati, gli astronomi, anche dilettanti, non si siano accorti di una presenza così vitale e ingombrante, testimoniata senza dubbio da segni inoppugnabili che rappresentano tutto quello che il potere temporale non vorrebbe mai riconoscere né tanto meno divulgare a livello ufficiale. Spesso si dice: se c’è fumo, ci dovrà pur essere dell’arrosto!
Da quando sono cominciate le spedizioni lunari, si è avuto poi un altro potente dubbio: perché la NASA e il Governo degli Stati Uniti hanno speso e stanno spendendo centinaia di miliardi di dollari per una semplice e pura curiosità scientifica?
Dall’altra parte, l’Unione Sovietica aveva ingaggiato una lotta simile per la conquista dello spazio, soprattutto della Luna, che aveva soltanto uno scopo apparentemente politico e militare.
Mi viene logico pensare che doveva esserci qualche cosa in più. Qualche cosa che il popolo non doveva assolutamente sapere ma che il potere doveva fare o conoscere ad ogni costo.
Nel documentarmi sulla storia della ricerca lunare, ebbi occasione di leggere uno dei più dettagliati libri sull’argomento. Si trattava di quello scritto da Antonio Ribera, dal titolo “I dischi volanti esistono…?”. In appendice vi compariva una lista delle osservazioni e dei fatti che riguardavano la Luna da far rimanere sconcertati, perché il nostro satellite non è mai stato un mondo morto, come ci hanno fatto conoscere con l’educazione scolastica.
Dal XVIII Secolo, in effetti, sono stati segnalati alcuni episodi inverosimili:

Il ponte lunare sul Mare Crisium. La presenza dell’arco è resa evidente dalla sua ombra con illuminazione proveniente da est.

Il ponte lunare sul "Mare Crisium".La presenza dell’arco è resa evidente dalla sua ombra con illuminazione proveniente da est.

Non c’è dubbio, dunque, sul fatto che la Luna sia stata teatro di strani avvenimenti e che probabilmente costituisca già da molto tempo una base d’appoggio per le civiltà extraterrestri. Ma l’episodio più interessante, proposto dagli astronomi, risale all’anno 1954.Proprio in quel periodo la Luna salì sugli onori della stampa quotidiana poiché il noto selenologo H.P. Wilkins, in una trasmissione radiofonica nazionale inglese, ebbe modo di intrattenere gli ascoltatori su vari aspetti del nostro satellite e nell’occasione rivelò la scoperta di un gigantesco ponte “naturale”.
La notizia era abbastanza insolita ma acquistò notevole valore perché il dottor Wilkins era ben noto nel campo scientifico per la sua grande mappa lunare (7,5 metri di diametro) che gli era costata ben 25 anni di lavoro. Questo fatto “marginale” gli diede la notorietà, giacché il dettaglio lunare innescò una serie di rappresentazioni tanto pittoresche quanto immaginose da attribuirgli dimensioni fantastiche e né mancò chi pensò di addossare la sua costruzione ai Seleniti, gli antichi abitatori lunari.
Il ponte era stato localizzato sulle rive orientali del “Mare Crisium”, situato presso il bordo occidentale della Luna e ben noto per la sua forma regolare. A metà circa delle sue rive orientali, in prossimità del luminoso cratere Proclus, che diffonde la sua corona di larghi raggi su gran parte del fondo cupo e vellutato del “mare”, si notano due prominenze rocciose che si fronteggiano, che nei piccoli strumenti appaiono rigorosamente simmetriche e che prendono il nome di “Promontorium Olivium” e “Promontorium Lavinium”.
Il paesaggio intorno non è molto tormentato. Ad ovest affiorano, dalla coltre scura del “Mare Crisium”, ruderi di un piccolo circolo parzialmente sepolto, “Yerkes”, accompagnato da una bassa scogliera diretta al nord che lo collega ad un piccolo cratere, ma assai profondo, “Yerkes E”.
I due promontori non sono nettamente separati: un gruppo di dettagli molto delicati li congiungono ed uno di questi è il ponte.
Pochi giorni dopo la Luna Piena, secondo le osservazioni di Wilkins, l’ombra del ponte si proietta nettamente sul tratto scuro ed uniforme che sta tra i promontori e Yerkes.
Com’era nata questa scoperta? Wilkins, ai primi di Agosto del 1953, ricevette una lettera da J.J. O’Neill, redattore scientifico del “New York Herald Tribune”, che gli annunciava di aver scoperto il 28 Luglio, per mezzo di un rifrattore di 100 mm, un gigantesco ponte naturale sulle rive del Mare Crisium, collegante due montagne separate da un intervallo di circa due miglia. O’Neill chiedeva conferma della sua scoperta e Wilkins non poté far altro che confermare, nonostante fosse abbastanza scettico inizialmente.

Anche l’astronomo P. Moore, coinvolto nella questione, confermò la presenza del ponte.
Sta di fatto che Wilkins diede altri dettagli: il ponte era una formazione chiara, lineare, molto sottile, avente un’arcata di circa tre chilometri di lunghezza, aderente ad una formazione ad essa parallela dal lato orientale, che sembrava essere una parte di un anello semidistrutto e che è considerevolmente più alta del “ponte” stesso.
L’osservazione del ponte è assai difficoltosa data la brevità d’illuminazione del Sole, che permette di individuare i dettagli ma soprattutto le ombre.
Naturalmente non mancarono le critiche alla scoperta e la più bellicosa fu formulata dall’autorevole rivista americana “Sky and Telescope” che cercò proprio di smentire la notizia.
Non c’è da meravigliarsi se all’epoca gli americani cercassero di contrastare qualsiasi notizia che potesse far credere nell’esistenza di altre civiltà, anche se la maggior parte di coloro che si espressero sul ponte non dettero certezze assolute. Si limitarono ad affermare che il ponte presentava un interesse eccezionale dal punto di vista selenologico, che sarebbe dovuto sfociare in un enigma riguardante proprio la sua costruzione, da ritenersi essenzialmente d’origine vulcanica.
Certo che questo è un caso significativo, ma non è il solo. Vediamo altre interessanti anomalie:

Ci sono state poi notizie di cambiamenti topografici del suolo lunare.
Sempre vicino al bordo del “Mare Crisium”, il noto ricercatore Schröeter aveva osservato un cratere di circa 36 Km di diametro, che chiamò “Alhazeen”, mentre al giorno d’oggi si possono notare nient’altro che depressioni mal definite tra due picchi, ma nessuna traccia di “Alhazeen”.
Le sorprese però non finiscono qui perché ci sono anche le scomparse di altri crateri.
Ad esempio c’è la famosissima storia del cratere “Linneo”.
Nel 1788 Schröeter descrisse Linneo come una piccolissima macchia rotonda, luminosa e senza una struttura craterica evidente.
Riccioli, nella sua mappa del 1652, lo descrisse però come un riconoscibile cratere di dimensioni apprezzabili.
Nel 1824 Lohrmann gli attribuì un diametro di ben 7 Km, mentre J. Schmidt, nel 1843, lo descrisse con un diametro di ben 11 Km e addirittura nel 1866 ne annunciò la sparizione.
Nel corso degli anni il diametro di Linneo viene osservato avere 880 metri sino al valore attuale, stimato in circa 1200 metri.
Queste continue variazioni hanno certamente creato un nuovo enigma negli studiosi lunari, ma ammontano oramai a più di 1500 i casi del genere che possono essere spiegati con ipotesi non naturali.
Il mondo astronomico li ha catalogati col nome di “Fenomeni Lunari Temporanei” (FLT) e si pensa che essi possano essere causati da eruzioni vulcaniche o da semplici fuoriuscite di gas dovute a smottamenti del suolo come conseguenza della forte variazione di temperatura tra le zone in ombra e quelle esposte al sole.
Nel Novembre del 1958 l’astronomo sovietico Kozyrev, mentre svolgeva la sua attività presso l’Osservatorio Astrofisico della Crimea, notò che il picco centrale del cratere “Alphonsus” divenne molto lucido e di colore rossastro. Dopo circa due ore il picco assunse un aspetto bianco brillante e poi tornò alla normalità.
Attraverso studi comparati, Kozyrev dedusse che si era verificato un fenomeno di vulcanesimo, con espulsione di polveri ed emissione di gas d’origine magmatica. Il tutto corrispondeva a poche centinaia di migliaia di metri cubi.
Molti anni più tardi la NASA ammise che la Luna fosse un “pianeta” relativamente morto per quanto riguardava il vulcanesimo attuale. Allora quali spiegazioni si possono dare a questo tipo di evento?
Gli scienziati continuarono a scervellarsi, cercando disperatamente di trovare una spiegazione naturale del FLT. Viene però spontaneo chiedersi se si fosse trattato di un fenomeno naturale, non ancora conosciuto alla nostra scienza.
Cerchiamo ora di esporre altri fatti misteriosi tratti da osservazioni lunari, in particolare con l’avvento dell’astronautica. Per arrivare a quest’obiettivo reputo il libro, scritto da George H. Leonard, “Qualcun altro è sulla Luna”, una pietra miliare di sicuro interesse, anche perché l’autore analizza le numerose foto acquisite con le esplorazioni lunari. Inizia la sua ricerca con una scoperta clamorosa: nell’area compresa tra i crateri Bullialdus e Lubinicky vi è una macchina gigante straordinaria, accompagnata da un’incastellatura che ha tutta l’aria di essere un generatore che potrebbe sfruttare l’energia solare o energie a noi sconosciute. Leonard inoltre elenca e discute tutta una serie d’anomalie riscontrate nelle varie foto:

Il 26 Agosto 1966 la sonda americana “Orbiter 1″ scattò una serie di foto sulla faccia nascosta della Luna. In una di queste si evidenziava la presenza di un cratere largo una cinquantina di Km fuso con le pareti di un cratere più piccolo. I crateri in discussione avevano indiscutibilmente la forma di un ottagono.L’autore ha scoperto attività di vaporizzazione e nebulizzazione in prevalenza sulla faccia nascosta della Luna. Un esame più ravvicinato dell’area “Bullialdus-Lubinicky” e di “Tycho”, rivela la presenza di più servomeccanismi a X, di più di un cratere ad imbuto in corso di lavorazione e naturalmente di più segnali a croce sul bordo del cratere. Egli trae, da questi fatti, alcune conclusioni interessanti ed in particolare pensa che crateri di determinate dimensioni e con una forma caratteristica non si siano formati per impatto meteorico, o per fenomeni vulcanici o per altre cause naturali, ma grazie all’attività consapevole ed intelligente dei Seleniti. Precisa, infine, che parte del terreno che presenta il cosiddetto “effetto stagno” non è una reliquia di un remoto passato ma l’effetto dell’azione vaporizzante dei servomeccanismi fatti a X. Con un insieme d’attrezzature aventi un raggio d’azione che supera almeno 40 volte quelle usate sulla Terra, i Seleniti sono impegnati a polverizzare una montagna alta quasi 5800 metri.

Di questo fatto Leonard dà spiegazioni dettagliate.Analizzando con molta cura le foto realizzate dalla sonda “Ranger VII”, Leonard si è accorto che il suo impatto lunare (31 Luglio 1964) era avvenuto a circa 350 chilometri dal cratere “”Bullialdus”, guarda caso dove era stata già notata un’imponente apparecchiatura collegata ad un generatore e dove si era registrata un’intensa attività sismica. Una delle foto, che aveva sconcertato gli scienziati della NASA, mostrava sei oggetti costruiti con notevole maestria ed una nuvola di foschia o di vapore che fuoriusciva da una protuberanza a forma di torretta. Leonard ha dedotto subito che la sonda “Ranger VII” fosse stata programmata per individuare proprio questo bersaglio e scoprire così il grande mistero. Ha dichiarato poi che la zona era molto probabilmente un parcheggio per cosmoaerei all’esterno di una delle entrate principali di una città sotterranea. Egli afferma ancora che esaminando più da vicino un determinato tratto di terreno lunare, ha la sensazione di trovarsi davanti a lavori di mimetizzazione, a contraffazioni, ad una messinscena, probabilmente perché i Seleniti non vogliono presentarci la superficie lunare com’è veramente.Lo studio di molte foto lunari lo porta a considerare il fenomeno dei solchi scavati dai massi che sono rotolati lungo il pendio di qualche rilievo.

La NASA stessa ha ammesso di non poter dare alcuna spiegazione sulla causa che ha fatto rotolare i massi. Leonard si chiede: ma sono stati proprio quei massi a scavare i solchi? Nel continuare la ricerca egli ha scoperto che nella foto 67-H-1135 l’oggetto più piccolo che vi compare ha lasciato una scia, che è la più lunga di tutte, ed è uscito da un cratere prima di continuare la corsa giù per la collina. E sul masso in questione s’intravede un disegno simmetrico. Un messaggio dei Seleniti?La foto 67-H-758 rappresenta un edificio, un veicolo o una forma di vita.Uno degli enigmi più difficili da spiegare riguarda i raggi bianchi che fuoriescono da molti crateri e si diffondono in tutte le direzioni. Ci sono raggi così larghi che non è possibile distinguerli singolarmente perché formano una massa bianca intorno al cratere; altri sono stretti come linee di gesso. E nessuno sa come si sono formati.

I Fenomeni transienti Lunari potrebbero essere prodotti da un’attività industriale che elimina i gas per pompaggio, quindi ci devono essere momenti in cui i termofusori interrompono l’attività e i bagliori si spengono.Leonard è dell’opinione che il cratere “Tycho” sia una zona di notevole interesse: in un’area di circa 1800 ettari vi é un’intensa attività e vi è presenza d’enormi costruzioni.Ci sono poi i “terreni raschiati” visibili all’estremità di alcuni crateri più piccoli. Il terreno raschiato ha sempre forma di un quadrato o di un rettangolo. Nella maggior parte dei casi le aree raschiate e livellate si trovano ad intervalli di 90° intorno al cratere. Sembra abbastanza credibile che questi terreni raschiati e livellati siano il risultato di un’attività intelligente. Forse stanno ad indicare i luoghi dove alcuni oggetti si poserebbero durante i lavori di vaporizzazione del cratere?

Disegno scaturito dalla foto NASA 67-H-327 (Qualcun altro è sulla Luna di G. H. Leonard)

Disegno scaturito dalla foto NASA 67-H-327 ("Qualcun altro è sulla Luna" di G. H. Leonard)

La foto 67-H-327 mostra un cratere il cui orlo è indubbiamente a forma d’esagono. Nel punto culminante si trova l’oggetto appollaiato all’interno dell’orlo e sembra una campana subacquea sui trampoli: questo presenta una somiglianza straordinaria con alcuni veicoli terrestri destinati all’allunaggio. La Luna ha una superficie piena di contrassegni assai interessanti. C’è una presenza di geroglifici, di segni o contrassegni dei quali quello che si ripete di più è quello dell’albero della vita. E sempre è chiuso in un cerchio o in un ovale. Sulla Luna si trovano pure segnali o frecce direzionali. L’esempio più significativo si trova sugli altipiani nei pressi del cratere “King”.Sulla Luna è visibile una struttura interessante che assume la forma di una torre esile e slanciata, alta un chilometro e mezzo e forse più. È una delle prove più chiare ed evidenti della presenza d’esseri intelligenti. Le torri sono invariabilmente diritte ed allungate e, cosa ancor più interessante, quando si trovano su un rilievo o su un massiccio montuoso, si trovano sempre nel punto più alto. Si possono così riassumere:

Il libro termina con un’affermazione di Sam Wittcomb, ex dipendente della NASA, dopo aver espressamente affermato che gli addetti alle ricerche spaziali non possono assolutamente parlare di quanto sanno sulla Luna e su altre missioni nei vari pianeti:”Nella primavera del 1975 si sono riuniti scienziati provenienti da molti paesi. L’incontro si è svolto in Inghilterra. Volevano parlare con calma degli extraterrestri e delle loro attività. Molti responsabili politici però si sono spaventati. Hanno invitato un fisico del Colorado, un certo Joachim Kuetner, che aveva lavorato al programma lunare e sapeva quello che accade lassù. Aveva notizie di prima mano sulla frenetica attività edilizia e sugli scavi in corso, sulla vaporizzazione dei crateri e sui lavori d’incisione e rifinitura dei rilievi e delle creste dei crateri. Non so esattamente di cosa abbiano parlato. Ma puoi scommettere che sanno benissimo che la Luna non appartiene più al popolo della Terra, se mai lo è stata. La Luna è Loro.”

 

 

L'ex sargente maggiore Robert Dean racconta

(luglio 2009) cosa la NASA trovò sulla Luna - 1

 

L'ex sargente maggiore Robert Dean racconta

(luglio 2009) cosa la NASA trovò sulla Luna - 2

 

La Luna è davvero un luogo incontaminato?

 

 

INSEDIAMENTI ALIENI NEL LATO OSCURO

 DEL NOSTRO SATELLITE

Fonte web

Nel 1995 ero in compagnia di Robert Dean, ospite delle mie trasmissioni in TV dal titolo: UFO Realtà Extraterrestre andate in onda per 38 puntate su alcune TV locali come TeleVita e Odeon TV. In quella circostanza era presente in studio anche Eufemio Del Buono (scomparso il 22 Giugno del 2008) a cui ero molto affezionato.

Foto della Nasa mai resa pubblica che mostra una costruzione artificiale non umana nella parte nascosta della Luna. Barcellona 2009.

Robert Dean per gli amici Bob, parlò di insediamenti alieni sulla Luna e soprattutto sulla parte nascosta della superficie lunare e che questi erano basi degli Anunnaki che potevano essere utili sia come trampolino di lancio per la Terra ma in primis come basi di appoggio quando Nibiru si sarebbe avvicinato al nostro sistema planetario causando non pochi problemi di natura gravitazionale, come terremoti, maremoti, eruzioni vulcaniche e quindi uno scatenamento delle attività meteorologiche del nostro pianeta. Del Buono appoggiò la tesi di Dean confermando quanto sapeva circa gli insediamenti extraterrestri sulla Luna e che la stessa era abitata all'interno di piccole città che non si potevano vedere perché si trovavano nella parte nascosta. Ecco le parole di del Buono: " Circa il nostro satellite, la NASA è in possesso delle fotografie scattate alla Luna da varie sonde e dagli astronauti delle missioni Apollo, in cui risultano costruzioni, ponti, crateri che vengono allargati a forma di cono con evidenza addirittura di polvere lunare sollevata da enormi bulldozer in funzione.

Tali foto sono state messe in circolazione e lo scrittore Georges H. Leonard le ha pubblicate nel libro "Qualcun altro sulla Luna". Sono centinaia di migliaia le fotografie messe a disposizione del pubblico. Lo stesso Leonard racconta che si trovava tra i marmi della sede centrale della NASA e guardava una fotografia su carta lucida "...non riuscivo - dice Leonard - a frenare il fremito delle mani. Quello che vedevo era fantastico, incredibile. la fotografia, insieme ad altre della mia raccolta, dimostrava al di là di ogni ragionevole dubbio che sulla Luna c'è vita. La Luna è occupata da una o più razze intelligenti che probabilmente provengono dallo spazio esterno al sistema solare. Tutto questo ha dato il via alle esplorazioni lunari da parte della Russia e degli USA. Potrebbe trattarsi non di una razza aliena in esplorazione, ma di una forma esasperata di collaborazione.."

Un ex scienziato della NASA Ken Johnston ha dichiarato durante una conferenza tenuta a Washington a fine Ottobre 2007, che sulla Luna è stata fotografata una gigantesca Torre alta circa 10 chilometri. Tra le altre cose importanti troviamo che anche gli scienziati Russi si stanno aprendo a questa sconvolgente realtà.
Infatti un ricercatore della Ukrainian Academy of Sciences, sezione Radio Astronomia, professor Alexander Arkhipov, ha dichiarato che studiando la fisiologia delle formazioni geologiche della Luna molte sembrano non essere di origine naturale. Questo è stato fatto nell'ambito di un progetto accademico sovietico dedito alla scoperta di strutture artificiali, di origine extraterrestre sulla Luna. Per effettuare questa ricerca ha utilizzato il cosiddetto "Metodo Sagan (dal nome dell'astronomo Carl Sagan). Consiste nel trovare strutture geologiche con elementi di forma rettangolare, che proprio per questa forma non hanno una origine naturale. E sulla Luna ne sono state trovate molte.

Dopo aver esaminato più di 80 mila immagini, ricevute dalla missione NASA Clementine, ha classificato tutte le formazioni geologiche in generale, in due gruppi - quasi rettangolare con elementi di linee a reticolo e modello quasi perpendicolare di depressione (Modello Lamina). L'esame rivela che solo alcune sono vicine a caratteristiche simili a formazioni Terrestri di origine Antropogenica. Anche su Marte sono state rivelate strutture simili.

 

 

ULTERIORE MATERIALE VIDEO

 

Edificio alieno sulla Luna. Questo filmato non

 è mai stato reso pubblico dalla Nasa.

 

 

 

Basi aliene sulla luna

 

 

 

Gli Ufo e la Luna - La Più Grande Storia

Mai Negata (film-documentario con sottotitoli)

 

 

 

Le Verità Nascoste - Alieni Sulla Terra (film-documentario)