BAGLIORI DAL FUTURO
LA PROFEZIA COME CARISMA ESSENZIALE
NELLA CHIESA DI CRISTO
(a cura di Claudio Prandini)
Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti operatori di miracoli? Tutti possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? Aspirate ai carismi più grandi! (1 Cor 28-31) *** Sentirete poi parlare di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi; è necessario che tutto questo avvenga, ma non è ancora la fine. Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi; ma tutto questo è solo l'inizio dei dolori. Per il dilagare dell'iniquità, l'amore di molti si raffredderà. Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, gli astri cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte. Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria. (Mt 24, 6-8; 12; 29-30) *** Segni dei tempi
INFLUENZA SUINA CHE ATTACCA L'UOMO: CRESCE ALLARME PER VIRUS-KILLER Citta' del Messico - Le autorità di Messico e Stati Uniti sono in allerta nel tentativo di contenere l'epidemia di influenza suina che si teme abbia già fatto 61 morti in Messico (venti i casi già accertati) e contagiato otto persone negli Stati Uniti. E l'allarme è già esteso in tutti i Paesi latinoamericani, dove sono aumentati i controlli negli aeroporti e attivati piani sanitari di emergenza per evitare il contagio. Il presidente del Messico, Felipe Calderon, ha presieduto venerdì (segue) |
INTRODUZIONE
«Quando si sente nominare la parola "profezia", la maggior parte dei teologi pensa ai profeti dell'Antico Testamento, a Giovanni Battista, o alla dimensione profetica del Magistero. Così, nella Chiesa cristiana, il tema dei profeti viene solo raramente affrontato. E tuttavia la storia della Chiesa è costellata di figure profetiche di santi che spesso non verranno canonizzati se non molto più tardi, e che durante la loro vita avevano trasmesso un Messaggio, non come loro parola, ma come Parola proveniente da Dio. Quale sia la specificità dei profeti, che cosa li distingua dai rappresentanti della Chiesa istituzionale e come la Parola loro rivelata si rapporti alla Parola è rivelata in Cristo e che ci è stata trasmessa dagli Apostoli, su tutto questo non si è mai riflettuto in modo sistematico. Effettivamente non è mai stata sviluppata una vera e propria teologia della profezia cristiana e di fatto esistono pochissimi studi riguardo a questo problema.
Nella sua attività teologica, il card. Joseph Ratzinger si è già occupato da tempo e in modo approfondito del concetto di Rivelazione. La sua tesi di laurea sulla "Teologia della storia di san Bonaventura" aveva avuto un tale impatto innovativo che il suo lavoro era stato dapprima respinto. In quel tempo, la Rivelazione veniva ancora concepita come una raccolta di proposizioni divine. Essa era soprattutto, e prima di tutto, considerata una questione di conoscenze razionali. Tuttavia Ratzinger ha trovato, nelle sue ricerche, che in san Bonaventura la rivelazione si riferiva all'azione di Dio nella storia, nella quale la Verità si rivelava a poco a poco. La Rivelazione è una continua crescita della Chiesa verso la pienezza del Logos, della Parola di Dio.
Solo dopo una notevole riduzione e una nuova elaborazione del testo, il suo
lavoro venne accolto. Da allora il cardinale Ratzinger sostiene una comprensione
dinamica della Rivelazione, alla luce della quale il Cristo, poiché è Parola di
Dio, è sempre più grande di ogni altra parola di uomo che non potrà mai
esprimerla pienamente. Al contrario le parole partecipano a questa pienezza
inesauribile della Parola, si aprono a lei e crescono man mano di generazione in
generazione.
Una definizione teologica della profezia cristiana può essere raggiunta solo nel
quadro di un simile concetto dinamico di
Rivelazione» (IL PROBLEMA DELLA
PROFEZIA CRISTIANA, intervista al Cardinale, JOSEPH RATZINGER (1998),
di
Niels Christian Hvidt).
Questa è solo l'inizio di una lunga intervista rilasciata dall'allora Card. Joseph Ratzinger, ora Papa Benedetto XVI, sul tema della profezia nella Chiesa. Il Papa, seguendo san Bonaventura, vede la rivelazione non come un dato statico posto in un punto fisso della storia ma bensì come un dato dinamico nella storia della salvezza. Non che ci si debba aspettare "nuove rivelazioni", ma la profezia è come un riproporre continuamente l'eterna verità data nella rivelazione stessa! Il Dio cristiano non appartiene solo al passato ma anche al presente e al futuro, suo è infatti il tempo e la storia. In tale quadro dinamico della salvezza si situa il carisma della profezia all'interno della Chiesa. Nella profezia cristiana, rettamente intesa e valorizzata, si attua e si manifesta l'azione e la parola di un Dio continuamente presente nella storia dei suoi figli, sia nella forma del giudizio come anche lo squarciare lembi di futuro non sempre facili da decifrare.
Vediamo ora alcuni
esempi...
Fatima il richiamo alla conversione - I parte
Fatima il richiamo alla conversione - II parte
LA PROFEZIA DI SAN NILUS (NILO)
(scritta da San Nilus circa 430
D.C.)
Che descrive la sciagura della Chiesa e
del mondo durante il 20° secolo.
Commenti preliminari
San Nilus fu uno dei molti discepoli e difensori ferventi di San Giovanni
Crisostomo. Egli fu un funzionario alla Corte di Costantinopoli, sposato, con
due figli. Mentre San Giovanni Crisostomo era patriarca, prima del suo esilio
(398-403), diresse Nilus nello studio delle sacre scritture e nei suoi uffici di
devozione religiosi. San Nilus lasciò la moglie ed un figlio e prese l'altro,
Theodulos, con sè sul Monte Sinai a farsi monaci. Il Vescovo di Eleusa ordinò
sia San Nilus che suo figlio al sacerdozio. La madre e l’altro figlio
abbracciarono anch’essi la vita religiosa in Egitto. Dal suo convento sul Sinai,
San Nilus divenne un noto personaggio nella Chiesa Orientale; coi suoi scritti e
la sua corrispondenza egli giocò una parte importante nella storia del suo
tempo. Fu rinomato come teologo, studioso biblico e scrittore ascetico, cosicché
la gente di tutti i ranghi, fino all'imperatore gli scriveva per consultarlo. I
suoi numerosi lavori, tra cui una moltitudine di lettere, consistono nella
denuncia dell’eresia, del paganesimo, degli abusi della disciplina e dei
crimini, delle regole e dei principii dell’ascesci, specialmente di massime
riguardanti la vita religiosa. Egli ammonisce e minaccia persone di tutti i
ranghi, abati e vescovi, governatori e principi, perfino l'imperatore, senza
paura. Egli mantiene una corrispondenza con Gaina, un comandante dei Goti, per
cercare di convertirlo dall’Arianesimo. Ha denunciato vigorosamente la
persecuzione di San Giovanni Crisostomo sia all’Imperatore Arcadius che ai suoi
cortigiani. San Nilus è stato considerato tra i più grandi scrittori
dell'ascetismo del quinto secolo. La sua festa cade il 12 novembre nel
calendario Bizantino; viene commemorato anche nel Martirologio Romano nella
stessa data. San Nilus probabilmente morì intorno all’anno 430 poiché dopo tale
data non si trovano più tracce della sua esistenza. (Da "L'Enciclopedia
cattolica," 1911 edizione proprietà e letteraria riservata).
La Profezia di San Nilus
«Dopo l'anno 1900, verso la metà del 20°
secolo, la gente di quel tempo diventerà irriconoscibile. Quando il tempo per
l’avvento dell'Anticristo si avvicinerà, la mente della gente crescerà
obnubilata delle passioni carnali, e il disonore e l’anarchia cresceranno più
forti. Allora il mondo diventerà irriconoscibile. L’aspetto della gente
cambierà, e diventerà impossibile distinguere gli uomini dalle donne, a causa
della loro spudoratezza nel vestire e nell’acconciarsi. Questa gente sarà
crudele e sarà selvaggia come gli animali a causa delle tentazioni
dell'Anticristo. Non vi sarà più nessun rispetto per genitori ed anziani,
l’amore scomparirà, e i Pastori cristiani, i vescovi, e i preti diverranno
uomini vani, completamente fallaci nel distinguere la concezione del bene e del
male. In quei tempi i costumi, la morale e le tradizioni dei cristiani e della
Chiesa cambieranno. La gente abbandonerà la modestia, e ogni dissipazione
regnerà.
La falsità e l’avidità raggiungeranno grandi proporzioni e vi saranno sventure per quelli che accumulano tesori. Concupiscenza, lussuria, adulterio, omosessualità, calunnie, omicidi e loschi traffici domineranno nella società. In quel tempo futuro, a causa del potere di tali grandi crimini e licenziosità, la gente sarà privata della grazia del Spirito Santo, che essi hanno ricevuto col Santo Battesimo, e vivranno nel rimorso. Le Chiese di Dio saranno private del timor di Dio e dei pii pastori, e sventure vi saranno per i cristiani rimasti nel mondo di quel tempo; essi perderanno completamente la loro fede perché mancheranno del tutto dell'opportunità di vedere la luce della conoscenza di Dio.
Allora alcuni cristiani si escluderanno dal mondo per andare in santi rifugi cercando di illuminare le loro sofferenze spirituali, ma incontreranno ovunque ostacoli e costrizioni. E tutto questo risulterà dal fatto che l'Anticristo vuole essere il Signore e padrone al di sopra di tutto e diverrà il dominatore dell’intero universo, e produrrà falsi miracoli e fantastici portenti. Egli conferirà pure saggezza depravata a questi uomini infelici cosicché scopriranno il modo di fare una conversazione con altri uomini da un capo all’altro della terra. In quei tempi gli uomini voleranno nell’aria come gli uccelli e discenderanno nel fondo del mare come i pesci. E quando loro acquisiranno tutto questo, questa gente infelice trascorrerà la propria vita senza il conforto di sapere, povere anime, che è l’inganno dell’anticristo. Egli è impietoso!
Completerà così la scienza con la vanità che questo li farà uscire dalla retta via e a causa di ciò perderanno la fede nell'esistenza di Dio cadendo nell’apostasia. Allora il buon Dio vedrà la caduta della razza umana ed accorcerà i giorni per merito di quei pochi che si sono salvati, perché il nemico di Dio vuole condurre perfino gli eletti nella tentazione, se ciò gli sarà possibile. Allora la spada del castigo improvvisamente apparirà ed ucciderà il pervertitore ed i suoi seguaci».
L'ultimo Papa (Benedetto XVI?) secondo Malachia
LE PROFEZIE DEL MONACO NERO
Sono le profezie di un monaco veggente bavarese, vissuto nel XVI secolo
e conosciuto come Monaco Nero, o anche come Ragno Nero.
Le profezie del Ragno Nero consistono in una lunga elencazione di avvenimenti, corredati per ogni anno da una pagina di prosa.
Segnaliamo alcune date:
1789 Turbine di sangue (Rivoluzione Francese)
1821 Morte di una speranza (morte di Napoleone)
1914 Pianura di croci (prima guerra mondiale)
1924 Sulle orme di Cesare (Mussolini)
1946 Germoglio dell'ulivo (Fine II guerra mondiale)
1963 Necrologio sull'altare (morte di Papa Giovanni XXIII)
1979 La spada nel vento
1980 Pietro oltre Roma
1999 La resurrezione di Caino
2000 Gloria del fuoco
Egli dice: "Quando l'umanità sarà alla fine del Millennio, avrà raggiunto la sommità del colle e dall'alto vedrà la distruzione di un tempo e la strada che porta al nuovo Paradiso Terrestre. La prima generazione che passerà su quella strada sarà una generazione dolorante perchè faticosa sarà la strada per riconquistare le gioie dello spirito"
Il profeta poi avverte che prima di riconquistare "le gioie dello spirito",
l'uomo sarà costretto a passare "sotto il ponte dei cinque dolori".
La profezia parla poi di mezzo secolo di piaghe disseminate sulla strada che
porta al nuovo paradiso terrestre.
Il veggente parte dal 2000, tempo di grandi rinnovamenti, e vede tra questa data
e il 2010 "il tempo delle paure". Si succederanno il "decennio della pazzia", il
"decennio dell'assestamento" e il "decennio della ripresa". In sostanza sarà una
generazione che "conquisterà con le sue sofferenze la serenità dello spirito".
E quando l'uomo avrà varcato le soglie del nuovo Paradiso Terrestre, parlando
dei progenitori schiavi del potere economico e del consumo, dirà: "Il grande Dio
aveva tolto loro la luce della ragione".
Queste profezie definiscono il decennio che va dal 1991 al 2000 "tempo della
cenere", perchè molti miti cadranno e molte "cose sacre diventeranno blasfeme".
L'uomo profferirà le prime parole del salmo di David, che si canta nell'Uffizio
delle tenebre, durante la settimana santa: miserere mei Deus. Abbi pietà
implorerà l'uomo, rivolgendosi al suo Dio. Ma in quest'epoca, aggiunge il
veggente, l'uomo sarà diventato un "animale dannoso per le leggi dell'equilibrio
universale". Sarà necessaria quindi la sua purificazione. L'uomo "fatto di solo
carne", morirà e lascerà il posto all'uomo "fatto di spirito". Il decennio dal
1990 al 2000 sarà "dolorosamente vissuto" perché i "tempi saranno dannati". Sarà
questo il tempo dell'Anticristo. Ma sarà anche il tempo dei nuovi "condottieri
dello spirito". Il veggente dice che "Cristo muore sul Tevere e risorge sul
Volga". La Russia sarebbe quindi destinata a diventare la culla di un
cristianesimo che riprende il messaggio di duemila anni fa, per vivere "nel
segno del Signore". I grandi cambiamenti dovrebbero quindi partire dalla Russia.
E questo sarà il messaggio del rinnovamento universale.
Significativo è la profezia su colui che il monaco bavarese definisce "la parola
del Principe Nero". In questo passo si riferisce forse alla successione papale.
Sentiremo "una voce nuova, che demolirà il tempio": la voce dell'Anticristo. Le
profezie del Ragno nero lo introducono così: "Eccolo! Scende dalla strada del
sole su un cocchio trainato da quattro cavalli neri. Il suo manto ha il colore
della neve. La sua voce ha l'impeto del tuono. La sua mano è ferma, il suo gesto
è comando. Laggiù, tra le pietre dell'ultimo anfiteatro scorre il sangue. Le
tavole della legge saranno gettate nella polvere e calpestate dal ferro dei
cavalli. Uomini!, sventurate creature striscianti, il Principe vi porta la sua
legge: godete fino all'ebbrezza e sarete felici; adorate Cesare e sarete
esaltati; rubate e sarete onorati" "Il Principe Nero terrà banchetto nell'atrio
del cupolone e mille pescatori incenseranno la sua mano: una mano che stringe in
pugno il potere di vita e di morte, una mano che annienta e crea, una mano che
benedice e distrugge." "Piangete madri! Gettate le vostre viscere al fuoco.
Squarciate il vostro grembo". L'uomo non nascerà più da donna perché è arrivato
Lui, l'ultimo figlio di Osiride. Così era scritto". "Cosi chiudiamo la finestra
sulla vigna del padre". "ma non piangete". "E' ora che gli occhi si chiudano.
Perché la vite non darà più vino. E la terra non darà più grano. Cosi fino alla
nuova giornata che andremo a cercare nell'infinito". "Sarà questo il canto delle
sei legioni che varcheranno il fiume. Attenti alla palude. Qui cadrà l'ultima
speranza del piccolo Cesare. Ci saranno i segni del cielo. Ci saranno le voci
dei morti. Ci saranno i lamenti dei vivi". Il veggente ricorda che in questo
periodo "si avranno segni nel cielo". E' probabile quindi che le apparizioni
celestiali si intensifichino; e altri fenomeni ancora "turberanno i pacifici".
Ciò aprirà le porte a una grande carestia, che riguarderà tutto il mondo. Il
veggente dice che "la messe sarà cenere" e che: "Cavalieri d'acciaio solcheranno
le nubi e grideranno al tempo la parola del Principe funesto. E il seme (della
sua parola) germoglierà. E il seme spronerà l'uomo a combattere l'uomo.
"Prendetevi la messe", comanda il Principe Nero. E la messe sarà cenere.
Prendetevi la luce e la luce sarà tenebre. Prendetevi la casa del padre..." Le
pecore siedono a tavola dove c'è il vino, il formaggio e il pane, mentre il
pastore pascola nel prato..." Dinanzi alla predicazione dell'Anticristo molte
chiese formeranno l'ultima crociata. Protestanti, anglicani, ortodossi e
cattolici ritroveranno la loro unità. Ma quello che maggiormente stupirà in quei
giorni sarà l'unione del mondo cristiano con quello maomettano. L'Anticristo
vincerà ancora e passera "sui mantelli degli ultimi mercanti dell'anima". Così
fino a quando i tempi non avranno partorito "il nuovo Giuda "che tradirà
l'Anticristo, e cosi "Il coltello di Caino sarà pulito in una bandiera che avrà
il colore del latte e del sole (La bandiera Vaticana)"
Significativa è la preveggenza che riguarda il 1998, anno definito "la
demolizione del tempio". "Secondo la profezia , il 1998 è l'anno in cui inizia
in concreto la demolizione della civiltà della competizione e del profitto
sfrenato. Da questo momento si comincia a voltare pagina. Molti dovranno
adattarsi, perchè i tempi saranno duri. Più duri saranno per coloro che non
sanno capire il linguaggio dello spirito. Il Monaco Nero dice: "periranno
sopratutto coloro che hanno indossato la veste tessuta d'oro e di potere".
Periranno cioè coloro che non sanno vivere senza potere e senza ricchezza. Alla
carestia e al tramonto dei valori materiali, si aggiungerà la violenza. Il
veggente definisce difatti il 1999 "la resurrezione di Caino". Sarà questo un
anno "nevralgico, tormentato, durante il quale la quercia sarà abbattuta dalla
folgore", in questo tempo i "padri leveranno i coltelli contro i figli e i figli
contro i padri". E non dimentichiamo ancora che sarà questo il tempo in cui: "La
terra dei profeti diverrà sterile per più generazioni". Sarà in questa nazione
che si svolgerà una tremenda battaglia. Interpreti di profezie hanno "letto" in
quest'ultimo messaggio un'allusione al bombardamento atomico e alla distruzione
dello stato di Israele. Sarà probabilmente in questa terra che "cadrà il
Principe della Notte". Ieri le genti inneggiavano al "Principe"; oggi "sarà
legato con corde, come si usa fare con gli sciacalli". Nel Duemila avremo la
"gloria del fuoco". Davanti a nuove realtà di vita, l'uomo si sentirà smarrito
come una pecora senza pastore; si aggrapperà allora al primo fuscello che vedrà
galleggiare sulle memorie del tempo trascorso. Verrà distrutto in quest'epoca
"tutto ciò che ha portato l'uomo a distruggere", verrà distrutto anche
l'Anticristo. Tutto sarà cenere e sulla cenere "ritornerà a cantare la cicala".
Termina la storia dell'"uomo carne" e inizia la storia dell'uomo spirito".
L'umanità volta pagina e, dopo una parentesi di purificazione che durerà mezzo
secolo, vivrà una nuova parabola: l'ultima. Questa fase vedrà l'uomo in armonia
con la natura, ma solo fino al 2500; egli ripiomberà infatti negli errori di
sempre, cioè nell'egoismo, nel materialismo e nella violenza. Le profezie di
questo monaco concludono dicendo che "l'umanità è stata segnata da tre diluvi:
il primo è stato di acqua, il secondo sarà di fuoco e il terzo sarà di stelle".
Al terzo diluvio - che dovrebbe coincidere con il periodo che va dal 2500 al
3000 - il cielo si spegnerà per sempre.
Vita di Don Bosco -
Don Bosco e Pio IX
DON GIOVANNI BOSCO (115-1888)
Il sogno delle due colonne
Un Papa viene ucciso
Tra i sogni di Don Bosco, uno dei più
noti è quello conosciuto con il titolo di «Sogno delle due colonne». Lo raccontò
la sera del 30 maggio 1862.
«Figuratevi — disse — di essere con me sulla spiaggia del mare, o meglio sopra
uno scoglio isolato, e di non vedere attorno a voi altro che mare. In tutta
quella vasta superficie di acque si vede una moltitudine innumerevole di navi
ordinate a battaglia, con le prore terminate a rostro di ferro acuto a mo’ di
strale. Queste navi sono armate di cannoni e cariche di fucili, di armi di ogni
genere, di materie incendiarie e anche di libri. Esse si avanzano contro una
nave molto più grande e alta di tutte, tentando di urtarla con il rostro, di
incendiarla e di farle ogni guasto possibile.
A quella maestosa nave, arredata di tutto punto, fanno scorta molte navicelle
che da lei ricevono ordini ed eseguiscono evoluzioni per difendersi dalla flotta
avversaria. Ma il vento è loro contrario e il mare agitato sembra favorire i
nemici.
In
mezzo all’immensa distesa del mare si elevano dalle onde due robuste colonne,
altissime, poco distanti l’una dall’altra. Sopra di una vi è la statua della
Vergine Immacolata, ai cui piedi pende un largo cartello con questa iscrizione:
“AUXILIUM CHRISTIANO RUM”; sull’altra, che è molto più alta e grossa, sta
un’OSTIA di grandezza proporzionata alla colonna, e sotto un altro cartello con
le parole: “SALUS CREDENTIUM”.
Il comandante supremo della grande nave, che è il Romano Pontefice, vedendo il
furore dei nemici e il mal partito nel quale si trovano i suoi fedeli, convoca
intorno a sé i piloti delle navi secondarie per tenere consiglio e decidere sul
da farsi. Tutti i piloti salgono e si adunano intorno al Papa. Tengono consesso,
ma infuriando sempre più la tempesta, sono rimandati a governare le proprie
navi.
Fattasi un po’ di bonaccia, il Papa raduna intorno a sé i piloti per la seconda
volta, mentre la nave capitana segue il suo corso. Ma la burrasca ritorna
spaventosa.
Il Papa sta al timone e tutti i suoi sforzi sono diretti a portare la nave in
mezzo a quelle due colonne, dalla sommità delle quali tutto intorno pendono
molte àncore e grossi ganci attaccati a catene.
Le navi nemiche tentano di assalirla e farla sommergere: le une con gli scritti,
con i libri, con materie incendiarie, che cercano di gettare a bordo; le altre
con i cannoni, con i fucili, con i rostri. Il combattimento si fa sempre più
accanito; ma inutili riescono i loro sforzi: la grande nave procede sicura e
franca nel suo cammino. Avviene talvolta che, percossa da formidabili colpi,
riporta nei suoi fianchi larga e profonda fessura, ma subito spira un soffio
dalle due colonne e le falle si richiudono e i fori si otturano.
Frattanto i cannoni degli assalitori scoppiano, i fucili e ogni altra arma si
spezzano, molte navi si sconquassano e si sprofondano nel mare. Allora i nemici,
furibondi, prendono a combattere ad armi corte: con le mani, con i pugni e con
le bestemmie.
A un tratto il Papa, colpito gravemente, cade. Subito è soccorso, ma cade una
seconda volta e muore. Un grido di vittoria e di gioia risuona tra i nemici;
sulle loro navi si scorge un indicibile tripudio.
Senonché, appena morto il Papa, un altro Papa sottentra al suo posto. I piloti
radunati lo hanno eletto così rapidamente che la notizia della morte del Papa
giunge con la notizia della elezione del suo successore. Gli avversari
cominciano a perdersi di coraggio.
Il nuovo Papa, superando ogni ostacolo, guida la nave in mez zo alle due
colonne, quindi con una catenella che pende dalla prora la lega a un’ancora
della colonna su cui sta l’Ostia, e con un’altra catenella che pende a poppa la
lega dalla parte opposta a un’altra àncora che pende dalla colonna su cui è
collocata la Vergine Immacolata.
Allora succede un gran rivolgimento: tutte le navi nemiche fuggono, si
disperdono, si urtano, si fracassano a vicenda. Le une si affondano e cercano di
affondare le altre, mentre le navi che hanno combattuto valorosamente con il
Papa, vengono anch’esse a legarsi alle due colonne. Nel mare ora regna una
grande calma».
A questo punto Don Bosco interroga Don Rua:
— Che cosa pensi di questo sogno?
Don Rua risponde:
— Mi pare che la nave del Papa sia la Chiesa, le navi gli uomini, il mare il
mondo. Quelli che difendono la grande nave sono i buoni, affezionati alla
Chiesa; gli altri, i suoi nemici che la com battono con ogni sorta di armi. Le
due colonne di salvezza mi sembra che siano la devozione a Maria SS. e al SS.
Sacramento del l’Eucaristia.
— Hai detto bene — commenta Don Bosco —; bisogna soltanto correggere una
espressione. Le navi dei nemici sono le persecuzioni. Si preparano gravissimi
travagli per la Chiesa. Quello che finora fu, è quasi nulla rispetto a quello
che deve accadere. Due soli mezzi restano per salvarsi fra tanto scompiglio:
Devozione a Maria SS., frequente Comunione.
Il servo di Dio cardinale Schuster, arcivescovo di Milano, dava tanta importanza
a questa visione, che nel 1953, quando fu a Torino come Legato Pontificio al
Congresso Eucaristico Nazionale, la notte sul 13 settembre, durante il solenne
pontificale di chiusura, sulla Piazza Vittorio, gremita di popolo, diede a
questo sogno una parte rilevante della sua Omelia.
Disse tra l’altro: « In quest’ora solenne, nell’Eucaristica Torino del
Cottolengo e di Don Bosco, mi torna in mente una visione profetica che il
Fondatore del Tempio di Maria Ausiliatrice narrò ai suoi nel maggio del 1862.
Gli sembrò di vedere la flotta della Chiesa battuta qua e là dai flutti di una
orribile tempesta; tanto che, ad un certo momento, il supremo condottiero della
nave capitana — Pio IX — convocò a consiglio i gerarchi delle navi minori.
Purtroppo la bufera, che mugghiava sempre più minacciosa, in terruppe a mezzo il
Concilio Vaticano (è da notare che Don Bosco annunciava questi eventi otto anni
prima che avvenissero). Nelle alterne vicende di quegli anni, per ben due volte
gli stessi Supremi Gerarchi soccombettero al travaglio. Quando successe il
terzo, in mezzo all’oceano furente cominciarono ad emergere due colonne, in cima
alle quali trionfavano i simboli dell’Eucaristia e della Vergine Immacolata.
A quella apparizione il nuovo Pontefice — il Beato Pio X — prese animo e con una
salda catena, agganciò la nave Capitana di Pietro a quei due solidi pilastri,
calando in mare le ancore.
Allora i navigli minori cominciarono a vogare strenuamente per raccogliersi
attorno alla nave del Papa, e così scamparono dal naufragio.
La storia confermò la profezia del
Veggente. Gli indizi pontificali di Pio X con l’àncora sullo stemma araldico
coincisero appunto con il cinquantesimo anno giubilare della proclamazione
dogmatica della Concezione Immacolata di Maria, e venne festeggiata in tutto
l’orbe cattolico. Tutti noi vecchi ricordiamo l’8 dicembre 1904, in cui il
Pontefice in San Pietro circondò la fronte del l’Immacolata d’una preziosa
corona di gemme, consacrando alla Madre tutta intera la famiglia che Gesù
Crocifisso le aveva commesso.
Il condurre i pargoli innocenti e gli infermi alla Mensa Eucaristica entrò
parimenti a far parte del programma del generoso Pontefice, che voleva
restaurare in Cristo tutto quanto l’orbe. Fu così che, finché visse Pio X, non
ci fu guerra, ed Egli meritò il titolo di pacifico Pontefice dell’Eucaristia.
Da quel tempo le condizioni internazionali non sono davvero migliorate; così che
l’esperienza di tre quarti di secolo ci conferma che la nave del Pescatore sul
mare in burrasca può sperare sal vezza solo con l’agganciarsi alle due colonne
dell’Eucaristia e dell'Ausiliatrice, apparse in sogno a Don Bosco » (da L’Italia
del 13 settembre 1953).
Lo stesso santo card. Schuster, un giorno disse a un Salesiano:
« Ho visto riprodotta la visione delle due colonne. Dica ai suoi Superiori che
la facciano riprodurre in stampe e cartoline, e la diffondano in tutto il mondo
cattolico, perché questa visione di Don Bosco è di grande attualità: la Chiesa e
il popolo cristiano si salveranno con queste due devozioni: l’Eucaristia e
Maria, Aiuto dei Cristiani».
APPROFONDIMENTO
LE
PROFEZIE DI MISTICI E VEGGENTI CRISTIANI
Le rivelazioni sul futuro del mondo e gli ammonimenti di Gesù e dalla Madonna
I segni dei tempi negli avvenimenti dei nostri giorni
Le rivelazioni private e il futuro dell'umanità